Passa ai contenuti principali

L'eleganza del riccio

Prima perchè non lo trovavo mai in biblioteca, poi perchè mi era passato l'entusiasmo, insomma ho rimandato parecchio la lettura de L'eleganza del riccio. Tutto sommato potevo aspettare ancora. 
E devo dire che dovrei leggere con più attenzione ciò che scrive Federica, e soprattutto ricordarmelo. Il suo post mi è infatti tornato in mente solo a lettura iniziata, proprio perchè quello che stavo pensando leggendo mi sapeva di già sentito.
La prima parte è tremendamente noiosa, tanto che alcuni passaggi li ho proprio sorvolati. Le protagoniste risultano anche un pò antipatiche: una è una portinaia che ha da pagare lo scotto di essere intelligente e acculturata e manifesta astio verso i ricchi a ogni piè sospinto, l'altra è una ragazzina che sputa fango sui suoi simili (i ricchi, sempre loro) ma è più snob di loro stessi.
Poi prevedibilmente le cose cambiano, si svelano, si chiariscono, acquistano un senso.
Tutto prende un'altra (prevedibile) forma ma sicuramente migliore della prima. Peccato per il finale, amaro e, forse, inutilmente tragico.


Commenti

  1. Sono d'accordo con te, soprattutto sul finale. Non so, mi è sembrato anche banale a dire il vero. Non mi è piaciuto molto il libro, forse perché avevo così grandi aspettative che poverino non è nemmeno colpa sua..

    RispondiElimina
  2. L'ho acquistato per curiosità e non l'ho ancora letto. Vedendo il film al cinema mi sono addormentata, penso che questo dica tutto.

    Un abbraccio

    RispondiElimina
  3. è un libro senza dubbio particolare...io lo trovai insopportabile e per questo mi piacque...vallo a capire...:-)

    RispondiElimina
  4. Ho amato tantissimo questo libro! Però mi rendo conto che, essendo molto particolare, può risultare poco piacevole!

    RispondiElimina
  5. io l'avevo comprato con l'idea di vedere poi il film: ho deciso di evitarmelo dopo averlo letto!

    RispondiElimina
  6. Io se avevo una mezza intenzione di leggerlo, dopo la recensione di Fede ho lasciato perdere :)

    RispondiElimina
  7. Io ho trovato questo libro bellissimo e stranamente anche il film mi è piaciuto molto.
    Trovo che sia una bella storia, anche se triste!

    ps: Anche I love shopping non è male. Dopo che leggi il primo, avrai una voglia incredibile di divorarti anche gli altri! :-)

    RispondiElimina

Posta un commento

Post popolari in questo blog

Vorrei un gesso e un whisky liscio

A voi capita mai che, in certi momenti particolari, vi succeda qualcosa che vi riporta a una particolare canzone, o addirittura ad un solo suo verso? A me è venuto in mente questo:  " Quello che importa in una persona è l'immagine che dà..." In che occasione? Stamani. Quando uno dei bimbi mi ha chiesto se abitualmente bevo whisky. Devo dire che dopo lo scorso anno dove ho tenuto un profilo piuttosto basso, quest'anno mi sono data di più ai ragazzi diventandone confidente, raccogliendo battute, sfoghi, pianti, risate. E mi sono aperta alle loro curiosità (ma dove abiti? Ma come mai fai la bidella? A te che profumo piace? Veramente ti piace l'insalata di cavolo crudo?). Non mi sono mai chiesta come mi vedessero dai loro occhi. Però tutto mi pensavo fuor che essere passata da grande bevitrice!

Meglio che niente faccio l'insegnante.

C'è stato un tempo in cui volevo fare la maestra. Secondo me è in fase da cui un po' tutte passiamo (passavamo, adesso vogliono fare l'estetista e il tatuatore, e lo dico perché mi è successo di leggerlo nei temi). Come la fase del "da grande voglio fare il veterinario". Poi la fase ci passa e io ne sono stata ben lieta perché mi sono resa conto che non avrei la pazienza necessaria. Quando facevo l'educatrice nei doposcuola il lavoro mi piaceva ma c'erano alcuni ragazzetti che me le avrebbero tolte dalle mani e in una classe vera, per più ore al giorno, sarei stata veramente in difficoltà. Tutto questo preambolo per dire che nella mia mente l'insegnante è ancora una professione per cui serve una sorta di vocazione. Un qualcosa di più anche dell'esserci portati. A maggior ragione oggi giorno che queste generazioni di bambini è ragazzi sono sempre più complesse da gestire (perché tale è diventata la società, in fin dei conti). Ecco, pare che sia

Gli strati della lasagna

Ho letto in diverse recensioni che Coliandro piace perché è uno di noi . Indubbiamente, con quell'aria da eterno sfigato, è molto più umano e "reale" di tanti poliziotti eroi che si vedono in tv. Non è difficile, come avevo già scritto, ritrovare un po' della nostra vita nella sfortuna e nella voglia di rivalsa coliandresche. Soprattutto se si è diversamente occupati. In fondo anche Coliandro lo è. In questa serie oltretutto ha fatto pochissime cazzate, ha preso pure un encomio, eppure è ancora relegato a tappare buchi negli uffici più sfigati del commissariato. Certo, è pur sempre una fiction e i Manetti Bros non sono i soliti registi che costruiscono una storiella così, già vista e sentita, scontata e piatta. I Manetti Bros hanno dei picchi di genialità unici. Roba trashissima. A volte i loro cattivi sono talmente malvagi e sopra le righe da risultare quasi caricature pulp. Ricordo un dj Francesco tossicomane e psicopatico che ciao. Nell'ultima puntata andata