Passa ai contenuti principali

Riflessione del 1° maggio

Il mio primo maggio, ormai giunto quasi a conclusione, non è stato movimentato come il 25 aprile. Ho passato la mattina a pensare a come poter fare ad uccidere Fujasse (quello del piano di sopra, vecchiaccio trombatore con problemi di insonnia e d'udito, mix assolutamente intollerabile). E il pomeriggio al parco a leggere.

E ad osservare uomini e animali.

Ho riflettuto.

E sono giunta a questa decidione.

Al mio eventuale e futurissimissimo figlio insegnerò una sola cosa: ad avere rispetto degli animali.

Solo dopo, se avrò tempo o voglia, insegnerò ad avere rispetto degli uomini.



Ah, già che siamo in tema vi presento il mio nuovo amichetto. O meglio, tutta la sua specie è diventata mia amica.



E' una razza di volatile piuttosto bruttarella, e anche io all'inizio, lo confesso, la disdegnavo parecchio. Anche se mi facevano ridere perchè scodinzolano

Poi sono capitata al parco una domenica in cui tutti i faentini s'erano dati appuntamento lì con sacchetti di pane. Gli uccelletti erano ribaltati da quanto avevano mangiato. Solo loro, i bruttarelli, avevano ancora fame. Nessuno si avvicina a dar loro da mangiare. Tutti commentano che sono brutti.

Io li ho guardati negli occhi. Hanno gli occhi da cane.

Me ne sono innamorata....

PS: se qualcuno sa che razza sia me lo potrebbe dire per favore? Sapete, nel parco ci sono dei cartelloni che illustrano le specie presenti. Tutti tranne quelli...

Commenti

  1. #2 Lunga


    è vero cara, non ci avevo pensato che gli uomini devono proprio meritarselo il rispetto... e a volte insegnare rispettare tutti può essere controproducente!

    l'ochetta è bruttarella fidati! ha quel coso rosso nel viso che sembra il volto di un ustionato...ma son troppo tenere! stamani una mi ha preso il pane della mani (mi ha anche affibbiato una beccata!)
    01 maggio 2010 21:36
    #1 Serena


    Quello che dici è molto bello...anche io insegnerò ai miei figli l'amore per gli animali ...gli "umani" il rispetto se lo devono guadagnare ...carinissima l'ochetta, sembra quelle di specie americana (american buff) ma solo somigliante, di specie di ochette ce ne sono tantissime! Non capisco perché dicono che è bruttina, a me piace tanto!

    RispondiElimina

Posta un commento

Post popolari in questo blog

Vorrei un gesso e un whisky liscio

A voi capita mai che, in certi momenti particolari, vi succeda qualcosa che vi riporta a una particolare canzone, o addirittura ad un solo suo verso? A me è venuto in mente questo:  " Quello che importa in una persona è l'immagine che dà..." In che occasione? Stamani. Quando uno dei bimbi mi ha chiesto se abitualmente bevo whisky. Devo dire che dopo lo scorso anno dove ho tenuto un profilo piuttosto basso, quest'anno mi sono data di più ai ragazzi diventandone confidente, raccogliendo battute, sfoghi, pianti, risate. E mi sono aperta alle loro curiosità (ma dove abiti? Ma come mai fai la bidella? A te che profumo piace? Veramente ti piace l'insalata di cavolo crudo?). Non mi sono mai chiesta come mi vedessero dai loro occhi. Però tutto mi pensavo fuor che essere passata da grande bevitrice!

Meglio che niente faccio l'insegnante.

C'è stato un tempo in cui volevo fare la maestra. Secondo me è in fase da cui un po' tutte passiamo (passavamo, adesso vogliono fare l'estetista e il tatuatore, e lo dico perché mi è successo di leggerlo nei temi). Come la fase del "da grande voglio fare il veterinario". Poi la fase ci passa e io ne sono stata ben lieta perché mi sono resa conto che non avrei la pazienza necessaria. Quando facevo l'educatrice nei doposcuola il lavoro mi piaceva ma c'erano alcuni ragazzetti che me le avrebbero tolte dalle mani e in una classe vera, per più ore al giorno, sarei stata veramente in difficoltà. Tutto questo preambolo per dire che nella mia mente l'insegnante è ancora una professione per cui serve una sorta di vocazione. Un qualcosa di più anche dell'esserci portati. A maggior ragione oggi giorno che queste generazioni di bambini è ragazzi sono sempre più complesse da gestire (perché tale è diventata la società, in fin dei conti). Ecco, pare che sia

Gli strati della lasagna

Ho letto in diverse recensioni che Coliandro piace perché è uno di noi . Indubbiamente, con quell'aria da eterno sfigato, è molto più umano e "reale" di tanti poliziotti eroi che si vedono in tv. Non è difficile, come avevo già scritto, ritrovare un po' della nostra vita nella sfortuna e nella voglia di rivalsa coliandresche. Soprattutto se si è diversamente occupati. In fondo anche Coliandro lo è. In questa serie oltretutto ha fatto pochissime cazzate, ha preso pure un encomio, eppure è ancora relegato a tappare buchi negli uffici più sfigati del commissariato. Certo, è pur sempre una fiction e i Manetti Bros non sono i soliti registi che costruiscono una storiella così, già vista e sentita, scontata e piatta. I Manetti Bros hanno dei picchi di genialità unici. Roba trashissima. A volte i loro cattivi sono talmente malvagi e sopra le righe da risultare quasi caricature pulp. Ricordo un dj Francesco tossicomane e psicopatico che ciao. Nell'ultima puntata andata